Nella nostra collezione abbiamo la fortuna di ospitare un pezzo che non è solo un mobile, ma una vera e propria opera d'arte funzionale: un set di appendiabiti modulare di Carlo De Carli, prodotto da FIARM nel 1968. Realizzato in legno di palissandro curvo con pomelli in bachelite bianca, questo sistema modulare include anche uno specchio rotondo, una cassettiera e panche con contenitore integrato. Ogni componente di questo mobile racconta la filosofia progettuale di De Carli, un'armonia tra estetica e funzione che trasforma l'arredo in un'esperienza di vita.
Ecco una rara foto dall'archivio storico della Fiera del Salone del Mobile di Milano nella quale viene presentato il mobile di Carlo de Carli.
Carlo De Carli (1910-1999), visionario architetto e designer italiano, ha lasciato un segno indelebile nell'architettura moderna e nel design industriale del dopoguerra. Nato a Milano e profondamente influenzato dalle sue radici mediterranee, De Carli ha iniziato la sua carriera nello studio di Gio Ponti, cui succederà nel 1962 al Politecnico di Milano nella cattedra di Architettura degli interni, arredamento e decorazione . Il suo percorso professionale è stato segnato da una costante ricerca teorica, che ha posto l'accento non solo sulla forma degli spazi e degli oggetti, ma soprattutto sul processo di formazione di questi elementi e sulle loro interrelazioni.
Ciò che rende unico il lavoro di De Carli è la sua visione del "progettista integrale", un approccio in cui la progettazione ad esempio di una casa o quella di una sedia seguono gli stessi principi fondamentali. Per De Carli, ogni progetto, grande o piccolo, deve rispondere ai bisogni fisici e psicologici delle persone che lo utilizzeranno. Ogni elemento di design deve contribuire all'armonia complessiva e all'esperienza umana, adattandosi alle esigenze specifiche del contesto e dei materiali utilizzati.
La filosofia di De Carli contenuta nei suoi progetti architettonici e di design esprime il concetto di "spazio primario". Questo spazio, definito come "spazio delle prime tensioni interiori", è un luogo in cui si cerca di interpretare il senso profondo dell'architettura attraverso una relazione intima tra spazio e persona. De Carli credeva fermamente che l'architettura e il design dovessero rispondere ai bisogni umani in modo completo, senza divisioni rigide tra interno ed esterno, tra grandi edifici e piccoli arredi.
De Carli stesso ha spiegato questa visione: “L’interno non è contraddizione dell’esterno; è un intiero temporaneo come ogni altro evento architettonico… parte, umana, chiuso apparentemente da muri fisici o diaframmi mobili che rispondono anche alla necessità di proteggere l’uomo nel raccoglimento necessario e ne definiscono un ambiente fisico persino di limitata dimensione, già capace di essere completo, seppure come parte; esso non è contrario al ‘di fuori’ e non ha neppure dimensioni grandi o piccole; è una continuità che assume aspetti e significati diversi; è una consistenza singolare di un momento; è una condizione umana del vivere…”.
Questo mobile da ingresso ne è un perfetto esempio. Da questo mobile si possono individuare alcune caratteristiche distintive del modus operandi di Carlo De Carli:
Funzionalità e Praticità: L'appendiabiti è estremamente funzionale, con ampio spazio per i vestiti e panche integrate con contenitori nascosti, dimostrando l'attenzione di De Carli alle esigenze quotidiane della famiglia.
Cura dei Dettagli: Ogni dettaglio è curato con precisione, dai materiali scelti alla lavorazione del legno curvato, riflettendo un approccio analitico in cui ogni componente contribuisce all'armonia complessiva del design.
Integrazione tra Estetica e Funzione: Il mobile è sia funzionale che esteticamente piacevole, con linee pulite e curve che lo rendono un pezzo moderno e senza tempo, capace di adattarsi a vari contesti abitativi.
Assenza di Divisioni Rigide: De Carli elimina la distinzione tra interno ed esterno, tra spazio abitativo e arredo, rendendo l'appendiabiti parte integrante dell'ambiente, senza apparire come un elemento separato.
Questo approccio alla progettazione si riflette non solo negli arredi, ma in tutte le sue opere architettoniche, come la Casa per uffici e abitazioni in via dei Giardini 7 a Milano (1947-1949), il Teatro Sant'Erasmo (1951-53), il "villaggio Milano" a La Caletta di Siniscola (1948-51), e la Chiesa di Sant'Ildefonso (1955-56) il negozio di pelletteria Franzi (1946), gli appartamenti Roditi e Galli (1949-1950), e gli allestimenti nella Biblioteca Ambrosiana (1952) a Milano. Opere caratterizzate da una forte centralità della persona per la quale creare spazi che accolgono e raccontano.
Il lavoro di De Carli continua a influenzare il pensiero architettonico contemporaneo, dimostrando che l'architettura non è solo la creazione di spazi funzionali, ma l'arte di migliorare la qualità della vita. Come scriveva nel 1948: “Non vi sono decaloghi in Architettura, non modi di progettazione. Vi è soltanto, innanzi a ciascuno di noi, la propria vita e la vita degli altri, che deve essere accolta con amore…”.
Ecco perché possedere un mobile di Carlo De Carli non è solo un piacere estetico, ma un'opportunità di vivere quotidianamente il suo insegnamento: ogni oggetto, ogni spazio, può contribuire all'armonia e alla bellezza della nostra esistenza.
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